Le persone profonde e riflessive tendono, con il
passare degli anni, a trascorrere tanto tempo in solitudine e c'è sempre
qualcuno pronto a farle sentire in errore. Ma non si tratta di misantropia o di
depressione, è un fattore naturale. Chi è molto introspettivo, nell'arco della
vita si trova a confrontarsi con una realtà complessa e mentre esplora le
profondità del pensiero, riscontra difficoltà nel trovare interlocutori che
condividano lo stesso livello di riflessione o gli stessi interessi. Questo
conduce ad un certo isolamento, non per misantropia appunto, ma per la
difficoltà di stabilire legami autentici e soddisfacenti. Al contrario, chi ha
un approccio più leggero alla vita ha più facilità nel costruire una rete
sociale ampia. La sua capacità di mantenere conversazioni leggere, di adattarsi
rapidamente ai contesti sociali e di non necessitare di scambi particolarmente
profondi, gli permette di creare e mantenere numerosi contatti, seppur più
superficiali. È naturale anche questo. Semplicemente due modi diversi di
essere. Non c'è giusto o sbagliato. Chi vive più in profondità non deve mai adattarsi
agli altri per essere accettato, può essere animicamente deleterio vivere
solamente di interazioni basate su argomenti percepiti come futili o
superficiali. Se si necessita di lunghi periodi di solitudine per elaborare
riflessioni, riducendo inevitabilmente il tempo dedicato alla socializzazione,
ciò è normalissimo. Come sempre, bisogna solo trovare un equilibrio, coltivare
le proprie inclinazioni senza rinunciare completamente alla dimensione sociale.
Ma mai cambiare la propria natura per timore di essere considerati
"strani".