L’ Europa si prepara al varo dell’euro digitale,
altro sistema di controllo sociale che permetterà di esercitare una
sorveglianza capillare sul movimento dei pagamenti.
Sul sito della Banca d’Italia si legge che una moneta, per essere
programmabile, deve essere digitale, ma che l’euro digitale, certamente non
sarà programmabile. ‘Programmabile’ significa poter prefissare il tempo, il
luogo ed il destinatario del pagamento. Considerata l’abitudine del potere alla
menzogna, all’inganno e alla circuizione, e vista la diffusione di discorsi
antitetici che vengono accolti dalla massa con sempre minore capacità di
coglierne l’illogicità, è evidente che, se si legge che l’euro digitale non
sarà programmabile, di fatto, lo sarà.
Stiamo assistendo ad un cambiamento ontologico della struttura del potere, che
si sta facendo più sotterraneo e subdolo, un biopotere che prima riduce
l’individuo a mero elemento da controllare, assoggettandone i vari aspetti
della vita, poi se ne serve per i propri scopi: lo educa e lo plasma perché si
faccia portavoce di una propaganda che, seppur esiziale per la propria
integrità, non lo dissuade dal difendere i dettami del potere. In cambio
dell’obbedienza, si ricevono premi. Basti pensare al green pass, coccardina da
appuntare sul petto a dimostrazione del proprio senso civico. Certo, perché il
potere insegna ad agire non solo nel rispetto della legge, bensì per
contribuire al benessere della società intera. Gli obbedienti, così premiati,
si sentono investiti di una vera missione e non si preoccupano che il potere
decida della loro esistenza e, impregnati di superiorità morale, convinti di
essere dalla parte del giusto e di dover insegnare al prossimo, si ergono sul
piedistallo del pedagogo, lo schiavo che nell’antica Grecia guidava i fanciulli
verso la conoscenza, insegnando loro un insieme di saperi approvato e imposto
dall’alto, da una civiltà che piegava i prigionieri ai propri fini.
Il pedagogo di oggi diffonde una becera propaganda basata su fondamenta
marcescenti e si comporta da lobotomizzato: a bordo della sua macchina
elettrica, abituato a non fare a meno di Amazon, passa il tempo attaccato al
telefonino sul quale ha trasfuso l’intera sua esistenza.
Non stupisce infatti vedere effettuare pagamenti anche di pochi centesimi, ad
esempio dal panettiere o al bar, con il telefonino, vero e proprio raccoglitore
di documenti, conti in banca, vita sociale, ricordi e account di ogni genere.
Senza quel prolungamento di sé, si diventa prigionieri di se stessi e della
propria poca lungimiranza. Il pedagogo accoglierà con sollievo il passaggio
dall’uso del telefonino al microchip, quando quest’ultimo potrà essere
impiantato in pochi minuti in un hub preposto, e sarà ben contento
dell’introduzione del denaro digitale, in questo modo si estirperà finalmente
l’evasione fiscale e tutti, ma proprio tutti, diventeranno onesti cittadini
esattamente come lui.
AM