Vivere nel conatus

Esiste una qualità della mente che consiste nel sapersi collocare nel proprio periodo storico, dentro le coordinate spazio-temporali della propria epoca, nel riuscire a concentrarsi per respirare il proprio hic et nunc. Questa capacità viene chiamata ‘immaginazione sociologica’ da Charles Wright Mills, sociologo statunitense del secolo scorso. Saper osservare con occhio critico la realtà che ci circonda non è un’abilità che hanno tutti: coloro che lo fanno, spesso da sempre, la danno per scontata quando la verità è che solo pochissimi sono in grado di applicare uno sguardo che vada oltre il semplice fenomeno. Il fenomeno – phainómenon – ciò che appare, consiste in ciò che si coglie empiricamente attraverso i sensi. Eppure ciò che si esperisce non corrisponde alla realtà, se così fosse, sarebbe troppo semplice. Vivere accontentandosi di ciò che appare o non possedere le facoltà per andare oltre, sembra essere una dimensione esistenziale assai diffusa. ‘Andare oltre’, squarciare il velo di Maya, intravedere (benché dietro un vetro appannato) il noumeno –  noóumenon – ciò che è pensato, richiede sforzo. Richiede un conatus, che Spinoza indicò come lo slancio che possiede intrinsecamente ogni essere per preservare se stesso: l’istinto di autoconservazione, la voluntas per Schopenhauer, la pulsione di vita per Freud, l’élan vital per Bergson. Il desiderio cieco e talvolta ossessivo di cogliere il vero essere delle cose affatica, logora, può deprimere.

È più comodo vivere una vita pensando esclusivamente al lavoro, a fare la spesa, ad andare in palestra, a cosa mangiare per cena, a cosa comprare nei saldi e cosa vedere su Netflix; tutto questo mentre si scorre distrattamente lo schermo trita-cervello. Ben diverso è camminare per strada e guardarsi intorno, osservare il cielo, bersi una tazza di tè o leggere un libro dopo cena, lasciare il telefonino in modalità aereo e attivarlo solo quando serve. Porsi domande, cercare di guardare le cose da un’altra prospettiva, soffermarsi sugli aspetti etici, politici e sociali di quanto accade. Immaginare sociologicamente ovvero chiedersi, dal momento che non si può prescindere dall’esistenza in questo tempo storico, come si può vivere meglio, come, con immenso sforzo, si possa andare oltre e coltivare il proprio esserci-nel-mondo. 


                                                                              AM