"Non guardo la tv!"

"Non guardo la TV!" - quante volte abbiamo sentito questa frase, magari pronunciata mentre si scorre compulsivamente il feed di Instagram o TikTok? È diventato quasi uno status symbol dichiarare di non possedere un televisore o di non guardare programmi TV, come se questo rendesse automaticamente più intelligenti o culturalmente superiori. Ma cosa si sta realmente facendo quando si passano ore a guardare reel e short video sui social media? La verità è che si è semplicemente sostituito uno schermo con un altro, e non per il meglio. I contenuti televisivi sono migrati sulle piattaforme social, frammentati in clip di pochi secondi, mescolati con altri contenuti in un flusso infinito e algoritmicamente ottimizzato per mantenere incollati allo smartphone.

Si racconta che i social media sono diversi dalla TV perché "scegliamo noi cosa guardare" e "possiamo smettere quando vogliamo". Ma è davvero così? Gli algoritmi dei social media sono progettati specificamente per creare dipendenza, sfruttando il meccanismo della ricompensa variabile, la personalizzazione estrema dei contenuti, il formato breve che ci fa pensare "solo un altro video" e l'autoplay che elimina la necessità di scelte attive.

La TV tradizionale, con la sua programmazione fissa e le sue pause pubblicitarie, dava paradossalmente più controllo: si sapeva quando un programma iniziava e finiva, e c'erano naturali momenti di stacco.

L'ironia è che mentre ci si bea di essersi "liberati" dalla TV, si è diventati più dipendenti che mai dai contenuti video. La differenza? La TV la si poteva guardare o non guardare consapevolmente, dedicandole un tempo specifico. I social media invece accompagnano ovunque, si infiltrano in ogni momento libero, tengono svegli la notte con la promessa di "solo un altro scroll".

Bisogna essere onesti, in primis con noi stessi e riconoscere che il consumo passivo di contenuti esiste sia sulla TV che sui social e che la dipendenza da social media è dieci volte più insidiosa di quella televisiva.

Forse è il momento di smettere di vantarsi di "non guardare la TV" e iniziare invece a riflettere criticamente su come vengono consumati i contenuti digitali, qualunque sia la piattaforma.