Notiamo spesso che vi è un grosso pregiudizio verso le serie tv. "Ah, invece di perdere tempo con le serie TV, leggete di più" - questa frase rappresenta uno degli snobismi culturali più datati e irritanti del nostro tempo. Come se guardare "Twin Peaks" o "Breaking Bad" fosse intellettualmente inferiore rispetto a leggere l'ennesimo romanzetto o saggio spazzatura prodotto dall'editoria contemporanea. Le serie TV rappresentano la più significativa evoluzione narrativa degli ultimi decenni. Abbiamo visto opere che hanno rivoluzionato il modo di raccontare la società contemporanea, con una profondità di analisi sociale che molti romanzi possono solo sognare. Altre offrire un'esplorazione del potere e della storia in grado di rivaleggiare con un buon saggio storico. La complessità narrativa di serie come "Better Call Saul", "Dark" o "Succession" permette esplorazioni caratteriali che neanche un romanzo di 800 pagine potrebbe eguagliare. La serialità offre il tempo e lo spazio per sviluppare personaggi e trame con una profondità impossibile per altri formati. Quando qualcuno liquida qualsiasi serie tv come "intrattenimento", sbaglia. Sì, esistono serie tv mediocri, probabilmente sono la maggioranza, ma esattamente come i libri (il 90% delle uscite editoriali è spazzatura indifferenziata). Viviamo in un'epoca in cui sceneggiatori, registi e attori stanno creando tantissimo materiale narrativo e nascono difatti opere valide, nonostante il controllo e la propaganda delle grandi piattaforme. Continuare a considerare le serie tv come una forma d'arte minore non è solo snob, è culturalmente miope.