Spesso le amicizie più profonde sono quelle che ci portiamo dietro dalle scuole dell'infanzia. Perché accade? Perché viviamo in prima persona il bambino che è dentro quell'amico e ciò ce lo fa vedere in un'ottica più umana e compassionevole.
Avete mai provato a guardare le persone come se fossero ancora bambini? È un esercizio molto fecondo, quando consideriamo gli altri nella loro vulnerabilità e innocenza, riusciamo a comprendere meglio le loro difficoltà. Sviluppiamo empatia. Ci accorgiamo che i loro comportamenti da adulti riflettono paure, sogni e insicurezze radicate nell'infanzia.
Invece di puntare aprioristicamente il dito per giudicare o criticare un comportamento, coltivando questa visione si riescono ad avere effetti positivi sia sugli altri che su noi stessi. È un esercizio che fa bene a tutti perché invece di reagire impulsivamente con rabbia o frustrazione, possiamo fermarci e attraverso questo "sguardo bambino" considerare le esperienze dell’altra persona, approcciando con calma e comprensione.
Provare per credere. Non è semplice ma una volta entrati in quest'ottica si riescono a creare relazioni molto più profonde poiché ci connettiamo con gli altri a un livello più autentico. Si crea altresì una maggiore fiducia reciproca e le persone si sentono più libere di esprimersi senza paura di giudizio.
In quanti vanno a regalare soldi a
psicologi solamente perché hanno bisogno di mettersi a nudo e mostrare la
propria vulnerabilità senza essere giudicati? Circondarsi di persone che
riescono ad avere questo approccio nelle relazioni significa diventare
improvvisamente ricchi.