La vittoria di Trump

A differenza delle precedenti elezioni americane, sembra che questa volta vi siano stati, da parte dei supporter di Donald Trump, minori attese messianiche e un entusiasmo più pacato e realista nei confronti della vittoria del proprio fronte. I toni della sinistra, invece, sono stati come sempre drastici e scomposti, vagheggiando di catastrofi economiche e fine del mondo mentre saranno alle prese per mesi con la complicata elaborazione di una sconfitta per loro impensabile e incomprensibile. Detto questo, vorremmo chiedere agli uni e agli altri: cosa vi entusiasma di Trump? Che cosa vi terrorizza di Trump? Perchè nella sostanza, dal nostro punto di vista, realmente cambia ben poco. Che sia la forza del capitale transnazionale e smaterializzato a vincere, o quella del capitale dei gruppi di interesse nazionale e degli oligarchi, poca differenza fa: sono sempre due stadi del capitalismo avanzato che convergono quindi verso gli stessi obbiettivi, a breve o lungo termine. Perchè non esiste un capitalismo buono, ma solo uno spregiudicato e uno prudente. Da questo punto di vista, Trump non è una battuta d'arresto nei confronti del tentativo di instaurazione del sistema neoliberista occidentale su scala planetaria, ma solo un cambio di passo, una fase del suo consolidamento. Progressismo e conservatorismo sono due facce della stessa medaglia.