Anni fa nacque Tik Tok, un nuovo social network che in pochi anni quasi soppiantò tutti gli altri.
Inizialmente tale fenomeno venne minimizzato, si diceva fosse solo uno strumento passeggero per ragazzini, nel tempo però ha raggiunto una incredibile quantità di pubblico di ogni età.
Con Tik Tok i social network sono diventati ancora più deleteri, si tratta difatti di uno strumento dove è possibile creare brevissimi video con un meccanismo tale per cui l'utente medio passa la propria giornata a "scrollare" su e giù tra milioni di video di ogni genere, ingurgitando continuamente qualsiasi tipo di contenuto senza fermarsi a riflettere su nulla.
Questo dito perennemente in cerca di uno stimolo nuovo, nessuno spazio per il ragionamento, tutto deve essere diretto, cinico e veloce perché si deve poi subito passare al contenuto successivo.
Qui non è questione delle solite etichette come "boomer" per banalizzare la questione, fermiamoci un attimo e osserviamo questo social network frequentatissimo, in primis dai giovani. È un luogo oggettivamente mostruoso, dove le masse si riprendono continuamente mentre canticchiano, ballano, fanno smorfie in un tripudio di ego, smarrimento e banalità.
Qualcuno potrà obiettare che bisogna usare anche questi strumenti e le loro modalità per comunicare con le nuove generazioni, va bene, però davvero stiamo raschiando il fondo del barile. Il vecchio Facebook in confronto è un luogo di elevata cultura filosofica.
Una insegnante ci ha scritto:
<< Da insegnante vi dirò forse una cosa ovvia: i ragazzi sono diventati dipendenti da tiktok anche nel campo della cultura. Una spiegazione più lunga di 3 minuti, o magari lasciata a metà per stimolarli a concludere da soli, ragionando sul problema, li manda nel pallone facendoli perfino innervosire. Devi spiegare tutto per filo e per segno dal principio alla fine in un tempo compatibile con la loro micro capacità di attenzione. E occorre trovare sempre nuovi modi per “stimolarli” perché se si annoiano spengono il cervello e iniziano a scrollare video, di nascosto sotto il banco. Sono consapevole di avere una enorme occasione per provare a salvarli da questo baratro in cui rischiano di precipitare, ma ammetto che spesso mi scoraggio. >>
Riflettiamo.