Figli, pane e compromessi

Il non fare figli o il farli sempre più tardi non è solo una questione culturale, di immaturità, di menefreghismo. È anche una questione sociale e economica molto concreta.

Nei paesi cosiddetti molto sviluppati fare figli sembra diventato un privilegio.

Fa figli tendenzialmente chi può permetterselo e garantire alla prole il meglio.

Il limite è poi indicare come soluzioni aiuti dallo stato per colmare la disuguaglianza che si è creata. È cercare una soluzione dentro la stessa cornice che ha reso la famiglia un privilegio.

Anche chi vorrebbe tutelare la vita e la famiglia come valori spesso presenta modelli di famiglia "borghesi" dove brave persone con buoni titoli di studio, buona posizione sociale, fanno più figli a cui possono garantire scuole paritarie, corsi extra, le migliori università così che possano ripetere il percorso dei genitori.

Il buon padre porta i soldi a casa. Si accetta la società e il mondo del lavoro così come sono, disumani e competitivi perché "la famiglia va mantenuta", quindi non si deve dare fastidio a nessuno per non rovinare la carriera.

Le persone perbene studiano e accumulano titoli, non mettono in discussione gli indottrinamenti, che non sono solo il gender, ma per esempio anche l'economia e lo scientismo.

Si studia e si fa il lavoro che conviene, non si seguono vocazioni strane, come la mantieni una famiglia poi?

Ci sono molti giovani che osservano questo e lo trovano tremendamente falso. Sentono di essere cresciuti a pane e compromessi. Di essere stati schiavi del dogma "studia, trovati un lavoro, muori di quel lavoro".

E non sono giovani menefreghisti, che non vogliono fare famiglia o non si vogliono impegnare. Non vogliono essere schiavi del "produci, consuma, crepa". Dove anche gli esseri umani sono merce e i figli una prestazione da mettere in mostra.

È ora di mettere in discussione le fondamenta di questa società. Di parlare di tornare ad una società in cui è la fisiologia a dettare il passo e non il profitto.

In cui tornare ad una prossimità umana e ad una dimensione di comunione.