Brillante romanzo d’amore giovanile finora
inedito in italiano e quasi sconosciuto all'estero, "Una primavera troppo
lunga" uscì per la prima volta in Giappone nel 1956.
Divenne immediatamente un bestseller e fu adattato
al cinema l’anno successivo.
Mishima aveva cominciato a pubblicarlo a puntate su
una rivista popolare a gennaio del 1956, proprio mentre su una rivista
letteraria iniziava la serializzazione de "Il padiglione d’oro", uno
dei suoi lavori più rappresentativi.
Serio e impegnato il secondo, è invece lieve e
ironico il primo, che appartiene a un filone di opere in cui, secondo il noto
critico e amico di Mishima Donald Keene, il grande scrittore riversò aspetti
del suo carattere che trovavano poco spazio nella sua produzione seria, come
l’umorismo e il gusto per la caricatura.
Anche in quest’opera più leggera, l’arte del grande
scrittore è riconoscibile nella splendida costruzione dell’intreccio, nella
profondità dei personaggi resa con pochi tocchi sapienti, nei temi a lui cari
che non rinuncia a trattare, nella sua visione dell’uomo e del mondo raccontata,
in questo caso, con spirito e disincanto.
"Una primavera troppo lunga", Per gli amanti del Mishima più "leggero".
OC