A prescindere da eventuali simpatie o odi viscerali
per Russia o Israele, a parere nostro non è possibile comprendere l'attuale
situazione internazionale, né tantomeno tentarne una valutazione il più
razionale e oggettiva possibile, senza tener presenti alcuni concetti
fondamentali.
1. A prescindere dagli aspetti regionali e
contingenti, quello che si viene delineando è uno scontro tra coloro che
sostengono l'egemonia dell'Occidente, tanto a livello politico che economico, e
coloro che rivendicano una via autonoma e indipendente, rifiutando sudditanza e
sottomissione. In altre parole: unipolarismo vs multipolarismo. Nessuno dei
soggetti implicati, infatti, rivendica credibilmente per sé e per la propria
cultura/civiltà - se ci si attiene almeno a ciò che viene dichiarato - il ruolo
che l'Occidente a guida americana ritiene esplicitamente gli spetti.
2. Lo scontro non è una lotta di civiltà, ma
eventualmente per il diritto alla civiltà, ossia tra chi nega che l'altro e la
propria cultura abbiano il diritto di esistere così come essi sono - questo è
il senso della cosiddetta esportazione della democrazia e dei diritti - e
coloro che invece reclamano il diritto alla propria identità,
autodeterminazione storica e realizzazione indipendente del proprio potenziale
di sviluppo.
3. In questo contesto il fanatismo nazionalista, il
fondamentalismo religioso e varie espressioni di xenofobia e razzismo sono
arruolati alla causa unipolare perchè nella loro irrazionabilità sono
facilmente manipolabili con l'illusione di obbiettivi particolari o breve
termine conformi alla propria causa, ma funzionali però al disegno d'insieme
che ne è di fatto l'esatto opposto. Questo spiega quel fenomeno solo
apparentemente paradossale per cui chi sostiene la fine delle identità
religiose, etniche e nazionali possa servirsi di eserciti ultranazionalisti e
organizzazioni fondamentaliste per una causa quale la globalizzazione e il
mondialismo. Fermarsi al piano di queste rivendicazioni locali non restituisce
il quadro d'insieme: Stati Uniti ed Unione Europea non sosterranno mai
l'indipendenza e la sovranità di nessun popolo e di nessuna nazione, se non in
funzione della sconfitta di un nemico che considera più pericoloso, salvo poi
disfarsene e rinnegarli quando l'obbiettivo è raggiunto.
4. Gli attori, le scene e i teatri locali vanno
dunque interpretati nel contesto della regia globale e non isolati: la tecnica
della propaganda è proprio quella di smembrare il quadro d'insieme per far
risaltare i singoli atti del dramma, i quali possono avere nel contesto un
significato - e di conseguenza un portato emotivo - completamente opposto
rispetto al quadro generale.
5. L'esito dello scontro, nel quadro generale, è di
fatto vitale solo per l'Occidente. Il fronte multipolare è infatti irriducibile
a un'unica identità, cultura e formazione politica. In sintesi, il disegno
multipolare andrà avanti anche se la Russia, l'Iran o la Cina saranno
sconfitti. Viceversa l'Occidente unipolare, quando cadrà, cadrà tutto intero e
in modo irreversibile. La gravità del rischio e la portata della posta in gioco
dovrebbe aiutare a comprendere quanto l'Occidente sia disposto a sacrificare in
termini di costi materiali e di vite umane, per tentare di preservare la
propria sopravvivenza.