Non rispettiamo il bambino perchè ha molte ore di vita davanti a lui.
Mentre i nostri passi diventano pesanti, i gesti interessati, la percezione e i sentimenti pili poveri, il bambino corre, salta, si guarda attorno, si stupisce e chiede in modo gratuito. Spreca le lacrime e spende il riso generosamente.
In autunno, quando il sole si fa raro, ogni bella giornata diventa preziosa; in primavera gli alberi sono comunque verdi. Non servono cure superflue, basta così poco al bambino per essere felice. Non lo prendiamo sul serio, ci sbarazziamo di lui eludendo le domande con risposte scherzose, senza alcuna considerazione per la pienezza della sua vita nè per la sua gioia, che si concedono con tanta facilita.
Inseguiamo il tempo. Ogni quarto d'ora, ogni anno ha la sua importanza. II bambino, invece, ha tutto il tempo, non rischia di mancare l'appuntamento con la vita.
Non è ancora un elettore, per cui non è necessario guadagnarsi il suo voto.
Non esiste il rischio che proferisca delle minacce, non esige niente, non dice niente.
Piccolo, debole, povero, dipendente, non è che un potenziale cittadino.
A volte viene trattato con indulgenza, a volte con brutalità, ma sempre e ovunque con la stessa mancanza di rispetto.
Non è che un bambino, un ragazzino, che sarà uomo solo domani.
Tratto da: “Il diritto del bambino al rispetto” di
J.Korczack (ed.Luni)