1. La retorica della pace è stucchevole quanto
quella della guerra. Si può avere pace solo dopo che si è avuta giustizia,
altrimenti chiedere pace senza esigere giustizia è come voltarsi dall'altra
parte di fronte a un crimine perché si preferisce non vederlo o far finta che
non esista.
2. La guerra è un evento tragico ma, in un mondo
pieno di ingiustizie, è inevitabile. Quando si combatte per riparare un torto,
un crimine o un sopruso, non bisogna vergognarsene ma esserne fieri. Chi si
vergogna di combattere è perchè è dalla parte sbagliata e lo sa.
3. Le grandi nazioni moderne non combattono per
ideali, ma per i propri interessi. Ad esempio, combattere per la sicurezza
nazionale è il legittimo interesse di una nazione, mentre combattere per la
libertà, la democrazia o i diritti di un altro paese è una favola. In altre
parole in questo contesto non esistono ideali, ma eventualmente interessi
inconfessabili.
4. La guerra comporta delle responsabilità. Per
prima è che si assumano i rischi delle proprie scelte combattendo in prima
persona. La seconda è che se ne paghino le conseguenze in caso di sconfitta. La
terza è che si abbia rispetto del proprio nemico, combattendo in modo leale e
riconoscendogli comunque dignità e diritto.
5. Dal momento che oggi si combatte per lo più per
motivi che si ha vergogna di dichiarare, e lo si fa in modo sleale e
irresponsabile, senza onore e senza rispetto non solo del nemico, ma spesso
neppure degli alleati, la guerra è diventata una cosa sporca e odiosa, forse
addirittura peggiore di tutti i torti che si vorrebbero raddrizzare.