Oggi, stranamente, i giovani che assistono
passivamente al crollo della civiltà, sono prodotti dalla scuola attiva; si
dimostrano poco istruiti, furbi, scaltri, imbroglioni e sprovvisti di carattere
e di senso morale. Non si tratta forse di deficienze dipendenti da gravi lacune
dell'insegnamento? Ad esempio, quanti pedagoghi si impegnano nel forgiare la
volontà, nel coltivare il dominio di sé? Generalmente la famiglia è un ambiente
educativo deplorevole, poiché i genitori moderni non sanno niente di psicologia
dell'infanzia e della gioventù, e sono troppo ingenui, troppo nervosi, troppo
deboli o troppo severi. Si direbbe che la maggior parte di essi coltivi l'arte
di trasmettere difetti ai giovani e sia prima di tutto occupata dal lavoro,
dagli affari e dai piaceri. Troppi bambini assistono spesso in famiglia allo
spettacolo della volgarità, dei litigi, dell'egoismo, del vizio; e quelli che
non vengono iniziati alla vita dai genitori, lo sono inevitabilmente dagli
amici. Si può dire senza esagerazione che molti genitori moderni, a qualunque
classe sociale appartengano, sono troppo ignoranti per allevare i figli. Le scuole
non sono ancora qualificate per sostituirli, poiché spesso l'esempio dato dagli
insegnanti agli allievi non è migliore di quello dei genitori. Come insegnava
Montaigne, i bambini non hanno solo bisogno di precetti e di parole, ma
specialmente di esempi e di fatti. Insomma, né la scuola né la famiglia sono
attualmente in grado di insegnare alla gioventù come comportarsi; in questa
gioventù si vede anche riflessa, come in uno specchio, la mediocrità degli
educatori. L'educazione non mira alla formazione della mente, limitandosi
praticamente alla preparazione di esami, semplice esercizio di memoria grazie
al quale si producono solo "asini carichi di libri". Ma i giovani
allevati in questo modo sono incapaci di comprendere la realtà e di svolgere la
loro funzionale naturale nella società.
Tratto da “Riflessioni sulla condotta della vita” di A.Carrel (Ed.Cantagalli)