Quante volte capita di seguire dibattiti dove nel
momento in cui viene fatta notare l'irrealtà delle posizioni genderiste si
risponde: “ma tu critichi e poi credi all’uomo dei cieli?".
Questo modo di rispondere, oggi molto in voga, è effimero da qualsiasi posizione
lo si voglia osservare.
Trattasi sostanzialmente di una bella via di fuga; il fatto che chi cerchi un dibattito possa a sua volta credere anche a babbo
natale, non dovrebbe confondere il giudizio di ciò che viene detto.
Su un primo livello dovremmo evidenziare la
supposizione che il pensiero irrazionale di chi critica giustifichi quello del
criticato. Tu credi in un uomo nelle nuvole quindi quello che dico (per es. che
un uomo è una donna e viceversa) deve essere giustificato come plausibile,
altrimenti la tua critica cade nel nulla, senza alcuna discussione o
approfondimento sulla natura diversa dei due. Questo punto è particolarmente
aggravato dall'origine scientifica che si voleva dare all'argomento citando
cromosomi e biologia. In questi termini non si raggiunge alcuna verità. La
discussione inizia senza intenzione di scomporre argomenti complessi in oggetti
e rispettivi significati, ma parte con uno slogan che vuole comprimere
un'infinità di punti, che sarebbero da discutere singolarmente, in un semplice
fatto universalmente esperito.
Senza ricerca, il confronto è sostanzialmente
inutile.
Questo tipo di scambi proibisce un confronto razionale al di fuori degli schemi fissi della scienza. Rimangono soltanto le opzioni di confronto a livello scientifico con dati e statistiche, ed abbiamo avuto un assaggio di cosa ciò significhi durante il periodo pandemico. Si viene completamente esclusi a priori dal dibattito perché se io credo in qualcosa di non scientifico (ma molto complesso e quindi necessitante di grandi approfondimenti) allora non ho il diritto di criticare affermazioni che negano il primo principio della logica, ossia che ciò che è non può allo stesso tempo essere il suo opposto.
Per concludere se un uomo può essere donna ed una
donna può essere uomo, questo significa che c'è un errore terminologico e di
identificazione che dimostra la nostra incomprensione del mondo. Dire che uomo
e donna sono intercambiabili significa negare entrambi, ma negare entrambi
rimuove ogni necessità di uno di diventare l'altro, essendo entrambi la stessa
cosa. Al contrario cercare di definire uno e l'altro dimostra differenze e quindi
l'esistenza di entrambi, così distruggendo l'idea che uno possa essere l'altro
e viceversa. Non capire questo concetto dimostra lacune nei processi mentali
che ci permettono di comprendere il mondo.