Nel tempo delle "opposizioni" ambigue, dei
piedi in due staffe, delle genuflessioni ai dogmi della " sacra
scienza" prima di esprimere un pallido dubbio o formulare un timido
quesito, del vorrei ma non posso e della fedeltà giurata a mamma Europa, il
vero ed il falso si mescolano in un unicum inscindibile che consente di dire
tutto ed il suo contrario con una facilità disarmante.
Il modus operandi, ben collaudato, consiste nella
"moderazione" degli aspetti più estremi della politica di governo,
senza proporre, de facto, nessuna alternativa reale ad essa. Tutto ciò comporta
due vantaggi: il primo è quello di raccogliere i voti di protesta, fungendo
così da gabbia per il dissenso, il secondo è quello di poter comodamente fare
marcia indietro su ciò che si è in precedenza affermato, data la vaghezza delle
argomentazioni proposte, riconducendo tutto nell'alveo di politiche già
tracciate da precedenti esecutivi ed in agende internazionali, senza apparire
incoerenti od essere etichettati come traditori. È questa la magia della
"democrazia": un giuoco di prestigio atto a distrarre, mistificare,
mascherare, convincere di partecipare, messo in atto per porre in essere un non
cambiamento, una vera e propria continuità che si cristallizzi inevitabilmente
nell'ordine vigente, senza possibilità materiale di ribaltare realmente il
corso, già scritto, degli eventi. Tutto il resto, è pura illusione.
"Governare è far credere" ( N. Machiavelli
)