L'espressione “teoria del complotto” rimanda nell'immaginario comune a un insieme di congetture volte a spiegare vicende storiche o scenari politici, presenti o passati, ricorrendo a presunte responsabilità occulte di agenti terzi, i quali, dietro ai fatti e alle dinamiche visibili, perseguirebbero finalità private e distinte da quelle apparenti o dichiarate. Peculiari delle teorie del complotto sarebbero l'indimostrabilità, l'interesse fazioso, la ricorsività logica, l'assenza di qualsiasi soddisfacente criterio storico o scientifico.
Sarebbe
banale ricordare il consueto utilizzo strumentale e ideologico che si fa di
tale espressione, a cui spesso si ricorre per screditare quelle tesi particolarmente
scomode che denunciano interessi invisibili dietro quelli manifesti, siano essi
reali o meno. Altrettanto inutile sarebbe ricordare come la storia si sia
occasionalmente rivelata teatro di scenari analoghi a quelli descritti dai
cosiddetti “complottisti”, con esiti sorprendenti e talvolta superiori a quelli
dell'immaginazione. Infine, è superfluo ribadire che, nonostante le precedenti
premesse, gran parte di tali teorie presentino effettivamente i limiti che
vengono loro imputati, ossia siano frutto di fantasia, quando non deliberati
strumenti di depistaggio o distrazione dell'opinione pubblica.
Piuttosto
che ridurre la questione del proliferare di tali elaborazioni a fenomeni di
sottocultura o disinformazione, crediamo sia utile chiedersi a quali pressanti
quesiti elusi simili modelli di spiegazione causale rispondano, al punto da
divenire fenomeni di massa.
Innanzitutto
è evidente che tali teorie assecondino il bisogno di una percezione della
realtà stratificata, che restituisca una sorta di profondità mitica a un
orizzonte quotidiano appiattitosi sulla cronaca e la narrazione orizzontali. Le
grandi teorie del complotto immaginano un mondo ancora contrassegnato da nette
linee di demarcazione tra il bene e il male, dove l'agente cospiratore, nelle
sue varie incarnazioni, è figura del demoniaco, soprattutto nel suo ruolo
occulto di eterno nemico dell'umanità. Il cospiratore è il detentore di un
potere superiore a quello delle potenze visibili: un novello e tenebroso
arconte che trattiene le cellule di coscienza dormiente nell'ignoranza e nella
menzogna. E' facilmente riscontrabile uno schema tipicamente gnostico nel
percorso che conduce alla salvazione: è la conoscenza delle dinamiche occulte
che permette all'esiguo gruppo dei risvegliati di sollevarsi e guadagnare
l'agognata libertà e sventare la catastrofe finale. Spesso nella narrazione
ricorre una figura profetica, ossia colui che per primo ha avuto accesso alla
verità e l'ha condivisa, nonché quella di un salvatore messianico, il quale è destinato
a guidare la rivolta dei risvegliati e condurre l'umanità alla vittoria. In
generale, l'idea centrale è che il mondo dei fenomeni storici e politici
galleggi su un sostrato causale noumenico di natura malvagia ed egoistica, se
non addirittura satanica, che è possibile dissipare solo attraverso una
conoscenza che è appannaggio di pochi, la quale si acquisisce per superiorità
innata o per una sorta di iniziazione profana.