Nonostante ci siamo occupati più volte di
quanto accade da anni nel Donbass, seppur siamo consapevoli di tutte le istanze
geopolitiche in gioco, non sventoliamo bandiere pro o contro la
Russia.
Una certa controinformazione sta lavorando
al contrario, il mainstream dice che la Russia è il male nel mondo? Bene, loro
affermano che sono il bene, l’ultimo baluardo contro il nuovo ordine mondiale.
Letture banali, semplificazioni di quanto
accade.
Non si possono considerare pandemia e conflitto eventi scollegati. Le tempistiche, le modalità, gli scopi perseguiti dalle due potenze che si stanno in qualche modo concretizzando, il meccanismo delle sanzioni che ci porterà in Italia dritti al collasso lasciano intendere che non ci sono buoni e cattivi, bensì pedine che recitano delle parti per portare avanti una agenda globale.
“ Chi pensasse che le cose accadono per
una grottesca e informale casualità - e ne abbiamo di tali "analisti"
- è bene che faccia i conti con alcune considerazioni.
La pandemia è stata una strategia forzata
di rieducazione delle masse propedeutica all'innesto di alcuni riflessi
condizionati condivisi. Un vero e proprio campo di rieducazione.
Ci spieghino, in ordine sparso:
1. I lockdown. Arresti domiciliari
coattivi e di massa, totalmente ingiustificati da un punto di vista sanitario.
2. Forza pubblica onnipresente nelle
strade. Atteggiamenti di bullismo marziale verso vecchiette e passeggiatori
solitari.
3. Code, file, turni. Una formidabile
riplasmazione delle abitudini in chiave costrittiva, di cieca e paurosa
obbedienza.
4. Droni a sorvolare luoghi perfino
isolati come spiagge, parchi, boschi. Uno spiegamento di ultratecnologia di
sapore militare e totalitario.
5. Chiusura locali e coniugazioni colorite
come la possibilità di solo asporto, che ha generato nella psiche collettiva un
immaginario molto simile alle code per ottenere la propria "razione"
in tempi di guerra.
6. Coprifuoco. Inutile anche solo
commentarlo.
7. Formalizzazione e normazione di un
lasciapassare per poter esercitare diritti elementari, incluso il lavoro.
8. Zone Rosse. Recinti presidiati
fisicamente ma molto più virtualmente che hanno impresso nella psiche
collettiva l'idea di chiusura, di prigionia marziale, di recinzione coattiva.”
(Uriel Crua)