Avrete notato, come la “scienza” si possa manipolare
a piacimento per darle la forma che conviene.
Avrete ad esempio osservato negli ultimi due anni,
la presenza di scienziati “aperturisti” che trovavano mille conferme “scientifiche”
alle proprie tesi e scienziati “chiusuristi” che ne trovavano altrettante per
le proprie.
Ma quante volte abbiamo visto questo meccanismo nella
storia? Quando la politica ha voluto intraprendere una direzione, ha sempre
chiesto supporto alla “scienza”, proprio per tale motivo. Se si vuole, si può farle
dire quello che serve per modellare la società a proprio piacimento. Basta aprire
un raggio di ipotesi e selezionare quelle che servono.
E non si dica che la “scienza” non è democratica ed è
basata sull’oggettività, perché è sotto gli occhi di tutti come venga utilizzata
dal potere per i propri fini. Quando nel novecento si perseguivano teorie razziali, sappiamo che furono proprio gli scienziati dell’epoca a supportarle.
Attraverso studi, dati e tabelle.
Deve essere chiaro che la fine della “pandemia” è
sempre stata una decisione prettamente politica, non sanitaria. La fine la decreta
l'uomo, non certo le curve epidemiologiche.
Se un giorno dovessimo uscirne è solo perché così verrà
deciso dall’alto, non perché stia accadendo da sé. E la narrazione seguirà, come
vento in poppa.
Tutti
i discorsi “scientifici” su tale argomento, su cui ci si intestardisce con l’illusione
che contino qualcosa, sono vani.
Immersi in valanghe di studi, di tesi e controtesi, con
pezze perenni sui volti, si è rimasti ingabbiati in una realtà fittizia.
Se solo lo avessero voluto, ad aprile 2020 avremmo
ripreso la vita di sempre e nessuno si sarebbe accorto di nulla. Invece siamo ancora
qui a discutere della durata di un grottesco lasciapassare e di vessazioni inaccettabili,
che solo una società malata come quella postmoderna poteva ideare.