No, non è vero che il green pass è un fallimento. In
realtà, il lasciapassare verde funziona benissimo. È incredibilmente efficiente
nel seminare odio e confusione, nel trasformare diritti in concessioni, nel
porre le basi per un sistema di crediti sociali destinato a sconvolgere in
maniera irreversibile la tradizione giuridica occidentale. È perfettamente
idoneo a ghettizzare, pregiudicare la sopravvivenza, isolare, criminalizzare
una parte considerevole di onesti cittadini che si muovono nell'alveo della legalità,
rei di non essersi piegati dinnanzi ad un abominio morale e costituzionale. A
costringere il popolo a continue iniezioni, pena la sua revoca. No, non è vero
che il green pass è uno strumento fallace. De facto, è particolarmente
rispondente ai fini per cui è stato posto in essere: minare il principio di
legalità, quello dell'habeas corpus e della certezza del diritto, ristrutturare
la società attraverso regole comportamentali e rimodulazioni di abitudini,
edificare nuovi paradigmi economici mediante la mortificazione della piccola e
media impresa, sdoganare e legittimare la pretesa punitiva dello Stato nei
confronti del "dissidente", del disobbediente. No, non è vero che il
lasciapassare verde non funziona. Purtroppo, ahi noi, è un meccanismo oramai
oleato e sorprendentemente efficiente. Utilissimo, nostro malgrado, a chi ha
deciso, fin dal primo giorno, che nulla sarebbe stato più come prima. Con buona
pace di chi si ostina, imperterrito, ad analizzare lo scellerato provvedimento
soltanto da un punto di vista sanitario.
Cui prodest scelus, is fecit.