Dignità: "Condizione di nobiltà morale in cui l’uomo è posto dal suo grado, dalle sue intrinseche qualità, dalla sua stessa natura di uomo, e insieme il rispetto che per tale condizione gli è dovuto e ch’egli deve a sé stesso".
Privazione dell'amor proprio, mortificazione dell'essere umano, totale annientamento della volontà e dell'autodeterminazione: questi sono oggi i sintomi più gravi, più diffusi.
Il fenomeno a cui ci troviamo ad assistere è proprio questo. Una “malattia” che travalica i confini medico sanitari e divora tutto. Un'emergenza che investe ogni aspetto dell'esistenza umana, uccidendo senza pietà lavoro, affetti, rapporti umani. Padri senza possibilità di sfamare i propri figli, giovani a cui è negata la gioventù, bambini dall'infanzia mutilata intrappolati nella "sicurezza" imposta dal sistema.
Il potere oggi vuole azzerare di fatto la "dignità", creando una massa informe e senza volto livellata inevitabilmente verso il basso, rannicchiata, priva di fiducia in sé stessa, passiva dinanzi all'impetuoso scorrere dell'esistenza. Sta qui il vero contagio, il nemico invisibile da combattere.
La vera lotta oggi è quella per riconquistare il rispetto perduto, per noi stessi, per i nostri figli, per amor di verità e di vita. Un uomo privato della sua dignità non è più un uomo.