Tra fine dello stato d'emergenza e nuova normalità non ci sarà alcuna differenza. Si tratterà solo di rendere permanente, ovvero senza scadenze, l'emergenza.
Sarà un trionfo: l'umanità si stringerà attorno alla comunità scientifica, perché avrà sconfitto la 'letalità' del virus, grazie alla vaccinazione. Avremo la garanzia di poter vivere, senza temere. Purché seguiamo la nuova organizzazione sociale, ovvero richiami vaccinali periodici, uso delle mascherine in determinati tempi e luoghi, impiego massiccio della tecnologia da remoto, sostenibilità, cambiamento del modo di vivere. E green pass, ovviamente, che perderà il suo carattere coercitivo - 'emergenziale' -, diventando un documento di sicurezza personale e collettiva, in realtà garantendo - sotto le mentite spoglie della 'nuova normalità' - l'obbligatorietà vaccinale. Perché va da sé, che se il green pass varrà dappertutto, e sarà soggetto a scadenza, potresti trovarti in qualsiasi momento tagliato fuori da tutto. Ma questo non accadrà mai. Proprio in considerazione della nuova normalità raggiunta, che renderà tutto 'naturale' e 'ordinario', parte necessaria dell'ordinamento sociale. D'altronde nessuno oggi rifiuterebbe il rilascio della carta d'identità o del tesserino sanitario per poter accedere ai servizi 'offerti' alla collettività. Se il green pass servirà al cittadino ad attestare lo stato vaccinale, nei luoghi di lavoro e a scuola non sarà più necessario, perché detto status sarà conosciuto e periodicamente verificato. Modifiche al testo unico della sicurezza sul lavoro, definiranno nello specifico le nuove procedure di controllo.
Dunque che lo stato di emergenza possa cessare domani, o tra due anni, non farà alcuna differenza. Le parti conosciute finora, verranno riorganizzate in un nuovo insieme, che definirà la nuova normalità.
La cosa più divertente, è che verrà detto 'ne siamo usciti', quando invece ci saremo pienamente entrati.