Qualcosa va detto sui problema della cultura. Non oltre misura. Noi infatti non sopravvalutiamo la cultura. Ciò che noi chiamiamo « visione del mondo » non si basa sui libri; è una forma interna che può essere più precisa in una persona senza una particolare cultura che non in un « intellettuale» e in uno scrittore. Si deve ascrivere fra i nefasti della « libera cultura » alla portata di tutti il fatto, che il singolo sia lasciato aperto ad influssi di ogni genere anche quando è tale da non poter essere attivo di fronte ad essi, da saper discriminare e giudicare secondo retto giudizio.
Ma di ciò qui non può essere il discorso se non
per rilevare che, come stanno attualmente le cose, vi sono correnti specifiche
da cui la gioventù d’oggi deve difendersi interiormente. Noi abbiamo parlato
per primo di uno stile di drittura, di tenuta interna. Questo stile implica un
giusto sapere e specie i giovani debbono rendersi conto dell’intossicazione
operata in tutta una generazione dalle varietà concordanti di una visione
distorta e falsa della vita, che hanno inciso sulle forze interne. Nell’una o
nell’altra forma questi tossici continuano ad agire nella cultura, nella scienza,
nella sociologia, nella letteratura, come tanti focolai d’infezione che vanno
individuati e colpiti. A parte il materialismo storico e l’economismo, fra i
principali di essi sta il darwinismo, la psicanalisi, l’esistenzialismo.
Di contro al darwinismo va rivendicata la
fondamentale dignità della persona umana, riconoscendo il suo vero luogo, che
non è quello di una particolare, più o meno evoluta specie animale fra le tante
altre, differenziatasi per « selezione naturale» e sempre legata ad origini bestiali
e primitivistiche, ma è tale da elevarla virtualmente di là dal piano
biologico. Se oggi non si parla più tanto di darwinismo, la sostanza tuttavia
permane, il mito biologistico darwiniano nell’una o nell’altra variante vale
con preciso valore di dogma, difeso dagli anatemi della « scienza », nel
materialismo sia della civiltà marxista che di quella americana. L’uomo moderno
si è assuefatto a questa concezione degradata, vi si riconosce ormai
tranquillamente, la trova naturale.
Di contro alla psicanalisi deve valere l’ideale di uno Io che non abdica, che intende restare consapevole, autonomo e sovrano di fronte alla parte notturna e sotterranea della sua anima e al dèmone della sessualità; che non si sente né « represso» né psicoticamente scisso, ma realizza un equilibrio di tutte le sue facoltà ordinate ad un significato superiore del vivere e dell’agire. Una convergenza evidente può essere segnalata: la desautorazione del principio cosciente della persona, il risalto dato al subconscio, all’irrazionale, all’« inconscio collettivo » e simili dalla psicanalisi e scuole analoghe, corrispondono nell’individuo esattamente a ciò che l’emergenza, il moto dal basso, la sovversione, la sostituzione rivoluzionaria dell’inferiore al superiore e il disprezzo per ogni principio di autorità rappresentano nel mondo sociale e storico moderno. Su due piani diversi agisce la stessa tendenza e i due effetti non possono non integrarsi vicendevolmente.
Quanto all’esistenzialismo, anche a distinguervi
ciò che è propriamente una filosofia — una confusa filosofia — fino a ieri
restata di pertinenza di ristrette cerchie di specialisti, bisogna riconoscervi
lo stato d’animo di una crisi divenuta sistema ed adulata, la verità di un tipo
umano spezzato e contraddittorio che subisce come angoscia, tragicità ed assurdo
una libertà dalla quale non si sente elevato, a cui si sente piuttosto senza
scampo e senza responsabilità condannato in mezzo ad un mondo privo di valore e
di significazione. Tutto questo, quando già il miglior Nietzsche aveva indicata
una via per ritrovare un senso dell‘esistenza e dare a se stesso una legge e un
valore intangibile anche di fronte ad un radicale nichilismo, nel segno di un
esistenzialismo positivo, secondo la sua espressione: da « natura nobile ».
Tali sono le linee di superamenti, che non debbono
essere intellettualistici, ma vissuti, realizzati nel loro diretto significato
per la vita interiore e per la propria condotta. Rialzarsi non è possibile
finché si resti come che sia sotto l’influenza di consimili forme di un pensare
falso e deviato. Disintossicatisi, si può conseguire chiarezze, drittura,
forza.