L'uomo è il suo volto. Il volto è l'uomo. Il volto è riconoscimento, è verità. Il volto è comunicazione. È somiglianza, prossimità. È natura. È comunità. È sorriso, espressione. Il volto è lacrime, gioia, umanità, linfa vitale.
Il potere, oggi, non ha volto. Esiste e prolifera in digitale. Detta legge da uno schermo. Si cela dietro un fitto groviglio di regole. Estrinseca la sua natura in una bulimia normativa senza precedenti. Censura, cassa, domina ogni aspetto pubblico e privato. Non lo vedi, ma ne senti il fiato sul collo. Percepisci l'atmosfera che si fa pesante, il giogo che si stringe. Anche i morti ora sono senza volto. Sono un numero, sono particelle funzionali ad uno scopo. Sono parte integrante dell'architettura pandemica. Pilastro del terrore, dell'emergenza perenne.
La società oggi è senza volto. Mascherata, fatta di esseri che si nascondono. Composta da spettri. Destinata alla distanza. Destinata alla rovina. Confluente in una massa informe senza individualità, omologata e condannata senza appello.
Cicerone scrisse: "Ciò che si chiama volto
non può esistere in nessun animale se non nell'uomo." L'uomo è il suo
volto. Il volto è l'uomo.