La tecnocrazia (ossia il governo dei tecnici,
siano essi insigniti effettivamente di poteri di governo, oppure sia ad essi
delegata la facoltà di dirimere, poi messa in pratica da un esecutivo),
comunque la si voglia vedere, rappresenta e rappresenterà sempre di più lo
svuotamento delle istituzioni democratiche, fino alla loro estinzione.
Innanzitutto perchè un tecnico non può rappresentare la volontà di un
elettorato, ma tutt'al più di un gruppo di interessi, sebbene sulla carta egli
non rappresenti null'altro che le competenze che il sistema politico gli
riconosce. Da questo punto di vista, lo spazio del dibattito politico si
limiterà esclusivamente a stabilire i criteri per riconoscere tali competenze;
dibattito che tuttavia sarà precluso alla maggior parte della popolazione, che
non appartiene alla autoproclamatasi comunità degli scienziati e dei tecnici, e
pertanto non potrà pronunciarsi su questioni che non le competono. Va da sè che
i principi in base a cui ordinare la società, l'economia e il pubblico saranno
gli unici che la tecnica può riconoscere come propri, e che possiamo facilmente
dedurre da ciò che produce e da come organizza la propria produzione:
efficientazione, ottimizzazione, razionalizzazione. In pratica, tutto ciò che
non appartiene all'ambito della produzione o lo sostiene, verrà considerato
superfluo e pertanto sacrificabile. Dal punto di vista antropologico, l'uomo
verrà progressivamente omologato al modello macchinistico/produttivo, laddove
la tecnica esclude dal suo orizzonte di comprensione qualsiasi dimensione che
non sia puramente fisica e materiale. Da questo punto di vista, prendersi cura
dei cittadini corrisponderà a mantenerli integri e funzionali al sistema
produttivo, ossia sanificarli, biomonitorarli, determinarne numero e durata in
funzione del bisogno, determinarne disposizione e spostamenti.
L'economia, checchè se ne creda, non sarà il fine.
Era il fine quando a governare erano uomini: quando sarà la tecnica a
governare, utilizzerà l'interesse individuale solo in funzione del suo scopo,
che è il dispiegamento completo delle sue possibilità nel modo più razionale
possibile. In altre parole, il suo potere realizzato. Gli uomini, in tutto
questo, sono soltanto dei mezzi in funzione di un apparato; terminali di una
macchina che, o si adegueranno e aggiorneranno alle esigenze del sistema,
oppure saranno rottamati.
Se non ve ne siete accorti, le linee guida sono già state tracciate.