Il dramma dell'elettorato democratico americano è il medesimo della sinistra europea degli ultimi trent'anni - con una specifica tonalità d'oltreoceano, s'intende.
Dietro l'etica ingenua del progressista da
supermercato e da fast-food, fatta di retorica pro-immigrazionista, pro-lgbt+,
anti-razzista e anti-fascista (con tutto ciò che il termine
"fascismo" significa per l'americano medio), non si nascondono
cattive intenzioni, ma appunto una visione idealizzata e irrealistica della
realtà, dove pesa da una parte una reazione generazionale al bigottismo
borghese/protestante, e dall'altra certi stereotipi culturali che la cultura di
massa e i mezzi d'informazione diffondono ad ampie mani con intenzioni non
troppo limpide. L'elettorato democratico medio, dunque, è composto da figure
tutto sommato innocue, anche politicamente, perchè se arrivassero ad
organizzarsi realmente sulla base dei presupposti che sposano, giungerebbero
presto a capire che qualsiasi discorso politico è destinato a sfaldarsi e
crollare se edificato su fondamenta ideologiche tanto inconsistenti.
Dove sta dunque il dramma? Che dagli anni '90 le buone intenzioni di questi soggetti sono cooptate dai gruppi d'interesse neoliberali e mondialisti, i quali condividono pubblicamente con la sinistra ingenua slogan e linguaggio, millantando ad alta voce una solida volontà di giustizia, diritto e libertà sociali, mentre coltivano ideologicamente e manifestano concretamente nella prassi politica l'idea di una società tutt'altro che giusta, tutt'altra che equa, tutt'altro che libera. In pratica, attirano queste masse di elettori-bambini con le caramelle, per rubarne poi il voto e l'innocenza.