(A) NON PUO' ESSERE CHE TUTTI SIANO D'ACCORDO PER INSCENARE LA PANDEMIA, DAL PRESIDENTE DI UNA NAZIONE ALL'INFERMIERA DELL'OSPEDALE DI PROVINCIA:
(B) TROPPE PERSONE DOVREBBERO ESSERE COINVOLTE E
COORDINATE IN UNA TALE CONGIURA;
(C) QUINDI LA REALTA' DEI FATTI E' QUELLA CHE
VIENE RACCONTATA E CONDIVISA UFFICIALMENTE DA MEDIA E GOVERNI.
Logicamente, ammettendo A e B non consegue C: è
possibile immaginare un quadro d'insieme in cui non tutti si siano accordati
per inscenare la pandemia, proprio perchè il numero di persone da coinvolgere
in una tale congiura è impensabile, eppure la versione ufficiale e condivisa
non corrisponde alla realtà dei fatti. La debolezza nell'argomento non sono le
assunzioni, che benchè non assiomatiche corrispondono comunque ad affermazioni
di buon senso e quindi sono condivisibili dai più, ma la deduzione che ne
consegue, la quale non è assolutamente implicata in maniera univoca dalle
premesse.
Non ho mai sentito nessuno sostenere seriamente
ciò che A nega, ossia un accordo universale per inscenare la pandemia di tutti
gli attori implicati a vario titolo: questa è la classica tesi che si vorrebbe mettere
in bocca ai dissidenti della volgata per poi tacciarli di "complottismo",
come se l'unico modo per prendere le distanze da C sia immaginare una
volontaria e cosciente cospirazione universale. In realtà, questa tesi viene
attribuita ai cosiddetti "complottisti" semplicemente perchè si
ignorano le tesi che sono sostenute dai non allineati, e pertanto non
conoscendole si inventano, riducendo il tutto a uno schema il più semplificato
possibile, tanto più irrealistico quanto più squalificante.
Per ridicolizzare questo argomento, basterebbe ricordare che l'accordo sulla pandemia non esiste ed è puramente mimato e costruito dall'apparato propagandistico. Quest'ultimo, infatti, millanta certezze scientifiche che non sussistono, e un'unanimità della cosiddetta comunità scientifica che può essere sostenuta solo ritenendo non rappresentative di tale comunità voci autorevoli che non sono concordi.
Non vi è unanimità nè tra scienziati, nè tra
medici, nè tantomeno tra politici "affermazionisti", pertanto la tesi
che la premessa nega è vera anche solo considerando gli orizzonti che possiamo
sostenere essere compatibili con la narrazione ufficiale. Chi sostiene che C è
falsa, ossia che la tesi ufficiale non aderisce alla realtà dei fatti, non
afferma necessariamente un complotto universale di tutti coloro che sostengono la
tesi pandemica, nè che tutti coloro che sostengono la tesi pandemica siano
d'accordo sulla medesima valutazione e rappresentazione della pandemia.
Come è possibile immaginare vari gradi di adesione
alla narrazione ufficiale, è possibile immaginare anche vari moventi di
adesione ad essa, determinati dalla varietà di situazioni e interessi in cui
gli attori sono implicati. Possiamo produrre un esempio banale. In una azienda
vi è chi è ai vertici della catena di comando, detenendo il quadro d'insieme e
stabilendo gli obbiettivi da raggiungere. Vi è chi è subordinato a chi comanda
e non detiene la visione d'insieme, ma solo obbiettivi parziali da raggiungere
e da esibire alla direzione generale. Vi è poi chi è chiamato non a decidere ma
ad eseguire gli ordini da una posizione di prestigio, il quale è interessato a
mantenere i propri privilegi ed è pertanto obbligato a condividere obbiettivi e
visioni che assecondano la mission della propria organizzazione. Vi è poi chi esegue
e non chiede, interessato esclusivamente a non essere espulso
dall'organizzazione per continuare a preservare i vantaggi che derivano dal
farne parte. Vi è anche chi crede ciecamente nella propria azienda pensando che
chi gli dà sostentamento e sicurezza non possa ingannarlo, allo stesso modo di
chi sa di essere ingannato, ma per preservare sostentamento e sicurezza finge
di credere che i fini e i valori dell'azienda per cui lavora siano esattamente
quelli che gli vengono propinati.
Come si vede, è possibile immaginare vari gradi e forme di adesione più o meno consapevoli e più o meno condivisi a un disegno d'insieme il cui significato è detenuto in realtà da gruppi esigui, che sfruttano a seconda delle contingenze e in modo differenziato interessi individuali, propensioni ideologiche e servilismi di sorta. Ciò che viene chiamato "complotto", in realtà, è immaginabile come qualcosa di molto complesso e stratificato, le cui logiche e dinamiche, però, sono in fondo estremamente banali e quotidiane, e pertanto perfettamente pensabili.