Al punto in cui siamo giunti oggi noi crediamo sia poco realistico pensare di rovesciare gli equilibri di potere ricorrendo agli strumenti convenzionali della politica.
Siamo fermamente convinti che l'unico strumento di
resistenza efficace e indispensabile sia la cultura, e questo perché il
principale dispiegamento di forze messe in campo dalle forze avversarie
riguarda appunto la cultura e l'informazione. Dobbiamo innanzitutto mettere in
discussione la manipolazione dell'immaginario operata dal dispositivo
mediatico. Questo può permetterci di resistere alla pressione sociale e alla
paura, che sono attualmente i principali strumenti di estorsione del consenso.
Dobbiamo portare allo scoperto i presupposti dell'opera di distorsione della
realtà in corso, i quali si basano su una nuova “visione del mondo” e
dell'uomo, che ci si vuole imporre come ovvia e scontata, ma che non lo è
affatto.
Solo a partire dal ricordarci costantemente cos'è
un uomo e dove risiede ciò che lo appaga e lo realizza, possiamo iniziare a
pensare il cambiamento, che è in fondo null'altro che tornare alle nostre
radici, a ciò che siamo da sempre e permanentemente nella nostra umanità.
Questa è l'unica rivoluzione possibile e
desiderabile.