La scienza non è "la visione del mondo", ma "una visione del mondo". I primi a non rendersene conto sono gli stessi scienziati, che vivono e respirano rinchiusi nel perimetro di verità stabilito dalla visione a cui passivamente aderiscono. In tanti anni di accese discussioni, non ho mai incontrato uno scienziato, un medico o un tecnico che si siano occupati realmente e con profitto di epistemologia. Questo per dire che i limiti dello scientismo, che è l'humus ideologico su cui cresce la scienza moderna, non solo non sono noti a tali figure, ma non sono neppure in grado di comprenderli, essendo incapaci di violare quel perimetro che li contiene e incatena. La scienza moderna è prima di tutto ideologia, e secondariamente applicazione. Se non ce ne rendiamo conto, non possiamo comprendere come essa sia strumento della politica, e strumentalizzabile dal potere, se non espressione del potere lei stessa.
La scienza non è esclusivamente la scienza
moderna, come sostengono gli scientisti, e la scienza moderna, quando dubita,
lo fa solo all'interno del perimetro delle proprie certezze, per esempio quella
che il metodo sperimentale, coi suoi corollari di riproducibilità del fenomeno
e falsificabilità dei propri enunciati, siano il modo più adeguato (o l'unico
affidabile) per produrre conoscenza. O ad esempio che l'unico organo di
conoscenza sia la ragione, le sue regole la logica e il suo linguaggio la
matematica.
La scienza moderna, inoltre, è necessariamente
ideologia, e l'ideologia non è necessariamente ignoranza, anche perchè senza
nessuna ideologia (ossia un sistema più o meno coerente e ordinato di idee) non
si avrebbe nessun orientamento nel mondo. Certo, ognuno fa la sua scelta in
termini di ideologia, ma uno scienziato (nell'accezione moderna) sceglie
necessariamente l'ideologia che regge l'edificio moderno. L'ideologia veicola
SEMPRE una visione dei rapporti di potere, perchè essendo espressione di una
visione del mondo, reca con sè un'assiologia (o più assiologie compossibili) e
quindi anche una visione dei rapporti di potere.
Specialmente chi ha avuto una formazione scientifica
non riesce a percepire i limiti e gli steccati all'interno di cui le proprie
categorie di pensiero sono vincolate.