Oggi l'unica preoccupazione per l’intellettuale è di essere sfavillante ed originale, parlare e scrivere in maniera corretta e professionale, badando alla forma e non alla sostanza.
Anche se ad una
osservazione superficiale non sembrerebbe, questi "cervelli defilé"
si nutrono solamente di frasi brillanti, di prese di posizione dialettiche e di
polemiche sterili atte sempre e solo all'apparire.
Le idee per costoro
sono solo un pretesto, non son altro che un mezzo per mettersi in mostra,
l'essenziale è sembrare intelligenti, mentre tutto il resto resta su un
piano superficiale.
Quando vi troverete
davanti ad un elemento simile sarete assaliti da una sorta di fiera della
vanità e dal soggettivismo più deteriore e narcisistico.
Se analizzaste il loro
modo d'essere vi trovereste solamente inconsistenza e meccanicità, se poi
andaste ancora più a fondo vi apparirebbe chiara la loro visione deformata del
mondo e la loro tendenza alla fossilizzazione ed alla cristallizzazione
mentale.
Tale "stupidità
intelligente", nella nostra epoca detiene quasi tutte le posizioni chiave
nella società, e bisogna farci i conti continuamente, i suoi rappresentanti
inoltre pare posseggano una sorta di sesto senso che gli permette di
riconoscere subito chi ha una diversa natura, in modo da ostracizzarlo.
Il classico esempio di
questo tipo di intelligenza di cui parliamo lo si può trovare in larga parte negli
ambienti del giornalismo, della critica artistica/letteraria, ma anche in campo economico,
scientifico e politico.
Finti colti
contemporanei alfabetizzati dalla forma mentis deformata.
Tra tutti i generi di
stupidità la più irritante è proprio quella degli intelligenti.