Guardiamo negli occhi i nostri figli. Osserviamo con gioia i loro progressi, il loro percorso di crescita. Luce che riempie questi tristi tempi. Poi guardiamo il mondo, il suo repentino cambiamento, l'inumano che prende il sopravvento. Come fare, cosa lasciare loro in eredità, alle future generazioni?
J.R.R. Tolkien scrisse: "Non tocca a noi dominare tutte le maree del mondo; il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare".
Dobbiamo insegnare ai nostri figli, ai nostri giovani a non omologarsi.
Dobbiamo insegnargli a non dare nulla per scontato, a porre quesiti, ad essere
vigili ed attenti. Dobbiamo dare loro in dono i nostri comportamenti, i nostri
piccoli gesti quotidiani. Dobbiamo instillare in loro il seme del libero
pensiero, che diventa vivo nella libera azione. Non possiamo lasciargli solo
macerie. Non possiamo estirpare tutte le erbe maligne del mondo, ma possiamo
regalare loro un piccolo appezzamento di terreno fertile dove far germogliare i
frutti che oggi abbiamo seminato. Dove l'humus delle nostre idee nutra ancora
la speranza di credere in un futuro migliore di questo oscuro presente.