Complottismo, gatekeeper e debunker
Grazie ad internet chiunque può diffondere notizie e verità per il globo, han così preso piede le figure del “complottista”, del “gatekeeper” e del “debunker”. Elementi che non nascono certo da pochi anni, ma con la democrazia della rete il fenomeno è esploso.
Analizziamoli in poche parole:
- Il complottista medio è una persona convinta che la politica, la storia, l'economia e la scienza siano frutto di disegni precisi gestiti da gruppi di controllo (umani e non) del nostro pianeta.
- Il gatekeeper è un individuo che si occupa di decidere come filtrare le informazioni che passano tramite i mass media, costui mescola verità e menzogna per depotenziare il tutto.
- Il debunker è "razionale", una persona che ci tiene alla sua “salute mentale”, si approccia con fare irrisorio ad ogni teoria anticonvenzionale che sorge e tenta di smontarla analiticamente.
Ora, non è mia intenzione analizzare a fondo determinate dinamiche, bensì fare qualche breve considerazione su tale degrado.
Il termine complottista oramai racchiude qualunque persona si ponga delle domande, così a causa della miriade di “fenomeni” che creano quotidianamente i video più disparati su youtube riguardanti pseudocomplotti, tutto entra nel calderone del grottesco. Questi personaggi, oltre a rendersi ridicoli da soli con le sciocchezze che affermano, rendono un enorme servizio a chi i “complotti” li ordisce veramente.
Fondamentalmente possiamo dire che il marketing ha inglobato anche il “complottismo”. Come?
Molto semplice, si creano ad arte dei dubbi, si crea il panico, si gioca sull'incertezza e si sfrutta la scarsa preparazione in argomenti scientifici della massa. Basta dunque toccare i tasti giusti approfittando della forma pensiero del popolo, sapendo che al 90% non andrà mai a confutare e a verificare la veridicità delle affermazioni. Ecco così creato un nuovo metodo per far soldi.
Poi abbiamo il gatekeeper, una vera e propria valvola di sfogo per la massa, un sedativo, costui si manifesta attraverso falsi uomini carismatici e giustizialisti.
Il gatekeeper è una figura subdola che tenta di rendere ogni verità parziale ed il più possibile innocua o perfino utile ai suoi piani, un lavoro molto sottile insomma.
Ne esistono di vari tipi, ma il succo è sempre quello di far distogliere l'attenzione dall'essenziale.
Oltre a fungere da elemento strategico di incanalamento di malumori di massa, può anche mescolare dati veri con altri non confermati e spesso palesemente assurdi giustificandoli con prove deboli o volutamente errate.
Infine ci sono i cosiddetti debunkers come ad esempio il Cicap che si propongono come indagatori scientifici dei fenomeni paranormali..
Dei veri geni, figli della modernità, che nulla hanno imparato dal loro collega scienziato Heisenberg quando affermava che “l'osservatore influenza l'osservato”.
Complottismo bidimensionale
"Gli uomini che vedono solo i “fatti” sono come ottusi animali"(J.Evola)
In tempi di degenerazione
come i nostri, fare allarmismo sociale, creare collegamenti per sostenere le
tesi più svariate è ormai una pratica dilagante.
Molti
pseudoscrittori ci hanno fiutato un business, tanto che vediamo best
seller che hanno la pretesa di svelare i grandi segreti della massoneria, del
club Bildeberg, della famiglia Rockfeller, del Vaticano e così via, come se
verità di questo tipo potessero realmente essere distribuite con leggerezza in
qualsiasi libreria per sollazzare la curiosità dell'ometto moderno facendolo
credere un grande conoscitore dei segreti dell'umanità.
La realtà è ovviamente ben
diversa, e tutto questo rumore di fondo paranoico dei complottisti terrorizzati
dal fatto che ci sia sempre qualcuno che trami alle loro spalle è un
brusio oramai insopportabile.
A ragion veduta parlerei
dunque di complottismo bidimensionale, poichè se da un lato è innegabile come
esista realmente un'ideologia mondialista, una perenne diffusione di pensieri
omologanti tendenti a dissolvere identità culturali, politiche e religiose,
dall'altro è altresì evidente come tutto quel che accade non possa essere
ridotto ad una visione così semplicistica.
Non si vuole qui negare che esistano forze tangibili di
sovversione, organizzazioni che mirano a portare avanti determinate politiche,
ma il punto è un altro, qual è la vera natura delle forze agenti?
L'ipotesi di
"complotto mondiale" su basi empiriche ha un difetto, è evidentemente
indimostrabile in sede storica, al massimo si riescono a sostenere delle
ipotesi, delle tesi di continuità, ma nulla più.
In una società di stampo positivistico, composta da miopi
ammaliati da pregiudizi razionalistici e scientifici, si considerano gli
avvenimenti come semplici fattori economici, sociali, politici e culturali
trainati da uomini di carattere e volontà, che sia essa positiva o negativa. Ma
una società basata su questo "pregiudizio" non fa altro che offrire
ancora più campo all'agire di determinate forze sovversive. D'altronde questo
tipo di visione "bidimensionale" rafforza l’azione di
demoralizzazione culturale, di "materializzazione", alimentando così
situazioni collettive sempre più disperate e conflitti isterici.
Concentrare le proprie
energie solamente sul tangibile ignorando le cause più profonde della storia,
ove avvengono in maniera del tutto naturale cinici mutamenti ideologici,
sociali e politici è di questi tempi praticamente la prassi.
Attenzione però che non basta comprendere vagamente che ci possa
essere "dell'altro" che muova la storia, poichè questo
"altro" deve essere poi compreso. Se ciò non accade si scivola
immediatamente in un altro campo, ovvero in quello (pseudo) spirituale, ed ecco
che la "matrix" diviene pronta ad agganciare le persone creando
un'altra arma.
Difatti per contrastare tali visioni disanimate della storia,
avvengono delle reazioni in cui però si distorce completamente il significato
di una visione tridimensionale che diviene così molto semplice da screditare.
Pensiamo ad esempio alle miriadi di teorie dell’inconscio o dell'irrazionale
che tanto affascinano coloro che vi si addentrano. Oppure pensiamo al
“neo-spiritualismo” nelle sue sfaccettature orientaleggianti ed
occultistiche che come afferma lo studioso romano Evola :
"Invece di elevarsi verso ciò che come elemento davvero sovrannaturale sta
di là dalla persona, si finisce nel subpersonale e nell’infrazionale, secondo
una inversione avente non di rado caratteri addirittura sinistri."
"Sono, queste, sempre
le cause prime e hanno un carattere automatico come quelle del mondo fisico? Ci
si dovrebbe fermare ad esse, o in certi casi bisogna risalire ad influenze
d’ordine superiore, tali da non far apparire soltanto casuale molto di quel che
è successo e che sta succedendo in Occidente, e che di là dalla molteplice
varietà dei singoli aspetti presenta un’unica logica? È pel quadro di una
simile problematica che si definisce il concetto della guerra occulta (...)
(...) Non si deve pensare a
tale riguardo, ad un fondo oscuro e irrazionale che stia alle forze note della
storia quasi nello stesso rapporto in cui, secondo certa psicologia, battezzata
appunto come “psicologia del profondo”, l’inconscio sta alla coscienza desta
del singolo. Se mai, di inconscio si può parlare nei soli riguardi di coloro
che, secondo la concezione tridimensionale degli avvenimenti, ci appaiono più
come gli oggetti che non come i soggetti della storia, giacché essi nel loro
pensare ed agire si rendono ben poco conto delle influenze a cui obbediscono,
dei veri scopi che essi finoscono col realizzarsi. In costoro il centro cade
dunque più nell’inconscio e nel preconscio che non nella chiara coscienza
riflessa, malgrado tutto quel che essi – spesso uomini d’azione e ideologhi -
possono credere(...)
(...) La terza dimensione
della storia non deve dunque esser fatta svaporare nella nebbia di astratti
concetti filosofici e sociologi ma va pensata come un “dietro le quinte”dove
operano precise “intelligenze”. Una indagine della storia segreta che voglia
essere positiva, scientifica, non deve perdere la terra ferma e portarsi troppo
in alto (...)
(...) forze del cosmos
contro le forze del caos, alle prime corrispondendo tutto ciò che è forma,
ordine, legge, tradizione in senso superiore, gerarchia spirituale, e alle
seconde legandosi ogni influenza che disgreghi, sovverta, degradi, promuova il
prevalere dell’inferiore sul superiore, della materia sullo spirito, della
quantità sulla qualità. Ciò, dunque, quanto ai punti ultimi di riferimento
delle varie influenze che agiscono da dietro la storia nota sull’ordine delle
cause tangibili. Essi vanno tenuti presenti, ma con prudenza. Ripetiamolo: a
parte tale sfondo metafisico, i contatti con la storia concreta non vanno mai
perduti (...)
(...) A differenza di quel
che – almeno in larga misura – si verifica nel dominio de fenomeni fisici, lo
storico perspicace incontra numerosi casi, nei quali la spiegazione “causale”
(appunto nel senso fisico deterministico) fallisce, perché i conti non tornano,
la somma dei fattori storici apparenti non è uguale al totale – come chi,
avendo un cinque che si aggiunge ad un tre e ad un due, non trovasse un dieci
per risultato, ma un quindici o un sette. Proprio questo differenziale,
soprattutto quando esso si presenta come differenziale fra il voluto e
l’accaduto, fra le idee, i principi e i programmi da un lato, e le loro
effettive conseguenze nella storia dallo altro, offre il materiale più prezioso
per l’investigazione delle cause segrete della storia stessa.
Metodologicamente, ciò a cui qui si deve tuttavia badare, è che l’acume non
degeneri in fantasticheria e in superstizione, per la tendenza a veder dovunque
e a tutti i costi un retroscena occulto (...)
(...) Quando le forme
segrete della sovversione mondiale temono di essersi esposte troppo o si
accorgono che, per speciali circostanze, la direzione data da dietro le quinte
si è resa palese almeno nei suoi maggiori effetti, esse mettono in opera la
tattica del capo espiatorio. Cercano di far sì che tutta l’attenzione
dell’avversario si porti e concentri su elementi che solo parzialmente, o solo
in via subordinata, sono responsabili per le loro malattie. Tutta la reazione
si scarica allora su tali elementi, divenuti dei capi espiatori. E il fronte
segreto, dopo una pausa, può riprendere il suo giuoco, perché gli avversari
credono di avere ormai individuato il nemico e di non aver null’altro da
fare.(...)
(...) Giacché può dirsi non
esistere un solo campo nel quale la guerra segreta in qualche modo non si sia
svolta e non continui a svolgersi tuttora. Il più importante campo per
l’applicazione della conoscenza delle armi della guerra occulta è, tuttavia,
quello interno, è il proprio pensiero. È qui che bisognerebbe stare in guardia,
è qui che si dovrebbe essere capaci di riconoscere le influenze sottili che in
dati frangenti cercano di suggerirci certe idee e certe reazioni. Giunti a
tanto, quand’anche non fosse ancora possibile individuare nell’ambiente gli
avversari, essi, quali pur siano, troverebbero a poco a poco sbarrate le vie
principali della loro azione segreta. Ripetiamo pertanto che in tutto ciò non
si tratta di speculazioni filosofiche né di fantasticherie, ma di cose serie e
assai positive. E noi siamo convinti che nessun dirigente o combattente sul
fronte della contro-sovversione e della tradizione può considerarsi maturo e
all’altezza dei suoi compiti prima di aver sviluppato in sé la facoltà di
presentire questo mondo di cause sotterranee tanto da affrontare l’avversario
nel terreno adatto.(...)
(...) Vi è poca speranza che
qualcosa possa venire salvato quando fra i capi di un nuovo movimento non vi
siano anche uomini capaci di integrare la lotta materiale mediante un sapere
segreto e inesorabile, il quale ora non sarà al servizio di forze oscure bensì
del principio luminoso della spiritualità tradizionale."
Una visione dunque "tridimensionale ed intelligente",
ben precisa degli avvenimenti, che non ha nulla a che vedere con astrusi
concetti filo-sociologici e che non sfocia assolutamente nella fantascienza,
bensì ha radici profonde.
Radici che non vanno ricercate solamente nel manifesto, ma anche
nelle influenze di ordine superiore.