"Oro" di Hugo Wast

"Oro" (1933) è uno dei romanzi più noti dello scrittore argentino Hugo Wast (pseudonimo di Gustavo Martínez Zuviría), un autore che è stato attivamente coinvolto in una visione politica conservatrice, in un periodo in cui l'Argentina stava attraversando un periodo di grande turbolenza politica e sociale. La sua visione è influenzata da una forte ideologia anti-liberale e anticomunista.

Il romanzo racconta la storia di un uomo di nome Carlos Pérez, un argentino di buona famiglia che partecipa alla Grande Guerra e torna a casa segnato dalla brutalità dei conflitti. La storia si sviluppa attorno al suo coinvolgimento in un misterioso mondo di potere, denaro e tradimenti, con un focus sui valori morali, la religione e la lotta tra il bene e il male. Il romanzo è caratterizzato da una forte critica alla modernità e alla corruzione dei valori tradizionali.

"Oro" (così come altre opere di Wast) è da sempre tacciato di “antisemitismo” per il modo in cui l'autore dipinge alcuni personaggi e temi. Vi sono descrizioni di soggetti che vengono presentati come avvolti in intrighi economici, oscuri e minacciosi, interessati solo al denaro e al controllo delle risorse economiche.

Trattasi di un romanzo coinvolgente che ci trasporta nelle terre selvagge dell'Argentina, dove la ricerca dell'oro si intreccia con profonde riflessioni sulla natura umana e sui valori morali. Wast esplora magistralmente i temi universali dell'avidità, dell'ambizione e della redenzione. Attraverso una prosa ricca e descrittiva, l'autore dipinge un vivido affresco della vita nella pampa argentina, mentre i suoi personaggi si confrontano con le proprie passioni e debolezze.