"Una cosa è morire sotto una tirannia che ti opprime coi plotoni di esecuzione, e una cosa è vegetare sotto una tirannia che ti opprime con la falsa benevolenza e l'opportunismo di chi si adegua"
Una lunga e appassionante avventura dei cento anni
forse più densi di avvenimenti della Storia d'Italia (1773-1889), visti
attraverso gli occhi delle famiglie dei quattro nonni dell'autrice. Uomini e
donne indomiti, che sfidano la sorte, quasi sempre avversa, costruendo la
propria vita e il proprio Paese.
Un romanzo che ci riconsegna una grandissima
personalità della letteratura italiana (e del giornalismo mondiale)
colpevolmente ricondotta, post mortem, alle sue sole uscite più recenti, post
11 settembre, che hanno permesso di versare fiumi di inchiostro anche a
colleghi meno dotati di lei.
Romanzo postumo e incompiuto, che avrebbe dovuto
arrivare fino alla nascita della scrittrice e frutto di un lungo lavoro di
documentazione nella polvere degli archivi, ci regala personaggi sanguigni,
calati nel loro tempo ma molto moderni nella loro lotta quotidiana, soprattutto
delle donne.
Corposo, come ogni saga che si rispetti, invita
costantemente al confronto con l'oggi.