“Le
scienze sociali e psicologiche iniziano di conseguenza ad imitare i metodi
delle scienze naturali trattando l’uomo alla stregua di un fenomeno inorganico,
come in fisica e chimica. Tutti i fenomeni culturali finiscono per esser
affrontati in termini psicanalitici, fisiologici, endocrinologici e
comportamentistici. La società viene pensata come una entità economica e
le interpretazioni economiche della storia iniziano a godere di una influenza
indiscussa.”
Si sviluppano mentalità relativistiche,
temporalistiche e nichiliste. D’altronde se ogni cosa ha valore temporale e
muta in modo inarrestabile e se le percezioni di ognuno differiscono, allora
non vi sono principi assoluti e tutto diviene relativo.
“Il
relativismo una volta accettato giunge fino a relativizzare ogni verità e
valore trasformandoli in “atomi”, di conseguenza col tempo egli cederà il posto
allo scetticismo al cinismo e al nichilismo. La linea di confine tra vero
e falso, tra bene e male sparisce e la società precipita in uno stato di
autentica anarchia mentale morale e culturale.”
Sorokin affermò senza indugi che “nessuna società può resistere a lungo in
tali circostanze”.
Una mente dominata dal principio di verità sensistico non può percepire in modo
assoluto alcun valore permanente ma solo quei valori che può afferrare in
termini di mutamento e trasformazione. Si può notare difatti come i
contemporanei considerino le cose solo secondo i principi di evoluzione e
progresso. Vengono intensamente coltivate in larga maggioranza le discipline
che hanno finalità pratiche e utilitaristiche e alimentano il “progresso”: fisica,
chimica, biologia, medicina, geologia, tecnologia, scienze economiche.
Sorokin parlò di “sistema di verità ideazionale”, ma
di fatto affermò le stesse identiche cose, ovvero un sistema basato sull’esatto
contrario di ciò che propone la cultura dei sensi predominante nei nostri
tempi. Tale sistema è rivolto alla realtà sovrasensoriale, fondato su
rivelazione, ispirazione divina, esperienza mistica ed assoluto. La cultura
ideazionale è colei che conosce una dimensione ascetica.
"La
mentalità ideazionale postula un essere eterno, immutabile, fondamento
dell’assolutezza dei valori. L’induismo e il buddismo, come, più in generale,
il platonismo e il misticismo, propongono l’introversione e il controllo delle
emozioni per giungere alla piena stabilità dell’io. La mentalità sensistica
presuppone invece la concezione della realtà come continuo divenire e predica
il relativismo dei valori, l’eudemonismo, l’edonismo e l’utilitarismo, che
deridono gli assertori dell’illimitato valore dei princìpi etici. Viene stimato
buono tutto ciò che incrementa il potere dell’uomo sulla natura e sui propri
simili e tutto ciò che procura piacere. Particolare rilievo assume la ricchezza
e il possessore di denaro è indicato come modello da invidiare e imitare. Anche
in rapporto all’arte e all’estetica si riproducono analoghe contrapposizioni. Lo
stile (pittorico, scultoreo, architettonico, musicale, teatrale, letterario,
ecc) della cultura ideazionale è simbolico: gli aspetti fisici della
rappresentazione, che sono solo accennati senza attrarre l’attenzione
dell’artista e dello spettatore, rimandano al mondo invisibile e trascendente.
L’arte idealistica è alleata e ancella della religione. Lo stile della cultura
sensistica è naturalistico e impressionistico: suoi scopi sono da un lato la
riproduzione dell’oggetto e della circostanza nelle modalità che più si
avvicinano al resoconto ordinario degli organi percettivi e dall’altro la
soddisfazione delle esigenze passionali e grossolane dello spettatore. Esige
quindi un’accurata attenzione per i particolari e si propone una minuziosa e
tendenziosa rappresentazione che degrada, screditando e offendendo, le
componenti nobili ed elevate dell’esistenza. “L’arte per l’arte” è il
manifesto dello stile sensistico. È necessariamente futile e superficiale
perché in una composizione cerca la musicalità e la piacevolezza invece della
verità e dell’elevamento. Trovando nella capacità di procurare piacere il
proprio scopo, coltiva il colore e il suono per loro stessi e genera uno stuolo
di esteti, intenditori, critici e teorici che giudicano della perfezione
tecnica dell’esecuzione. L’artista ambisce al successo presso un vasto e
mediocre pubblico. Deve perciò inseguire le perennemente mutevoli richieste
della moda e piegarsi all’assioma decretante che tout nouveau, tout beau. Deve
essere sempre moderno e aggiornato. Se è uno scrittore, desidera produrre un
best-seller e arricchirsi. Orgogliosamente si dichiara libero perché le sue
pubblicazioni non sono asservite a contenuti e poteri allogeni, quali grandi
princìpi etici ed autorità religiose, ma in realtà, obbedendo alle richieste di
un mercato triviale e sguaiato, ha solo mutato, in peggio, padrone.”
Riteniamo che i testi Sorokin debbano essere annoverati tra le letture
imprescindibili per chi voglia capire davvero a fondo lo spirito dei tempi in
cui viviamo.