Vase De Noces è un lungometraggio del Belga Thierry
Zèno, è un perfetto esempio di cinema che va oltre il cinema. Qui si eccede,
non si può neppur più parlare di settima arte, bensì di film che filma se
stesso.
Per far comprendere la tipologia di film, i primi accostamenti che possono
venire in mente sono Porcile di Pasolini, il pattume di Ciprì e Maresco ed il
weird di Begotten.
La fonte di un'opera simile tuttavia non va ricercata in altre pellicole( tra
l'altro, escluso Porcile, vengono tutte dopo) ma nell'arte di Hieronymus Bosch.
Bosch fu un pittore olandese del quattrocento che nel periodo dell'umanesimo
italiano, negava la supremazia dell'intelletto mettendo in risalto gli aspetti
trascendenti ed irrazionali.
I suoi quadri sono esattamente come film, in quanto possiedono una sorta di
dinamismo sospeso, difatti non a caso molti dettagli delle opere di Bosch si
ritrovano rappresentate in Vase de noces.
Un altro riferimento importante per il film di Thierry Zeno è L'Art Brut, un
tipo di arte portata avanti da personaggi estranei a qualsiasi contesto
culturale e derivanti da ospedali psichiatrici. Folli che esplorano il
subconscio al di fuori delle norme estetiche convenzionali e senza preoccuparsi
di essere capiti o accettati.
Certamente ad una visione superficiale questo film può esser scambiato per un
mero tentativo di rendersi disgustoso e provocatorio agli occhi dello
spettatore, ma non è così. La grande distribuzione ha tentato di venderlo con
un titolo differente, "The Pig Fucking Movie", spacciandolo per una
sorta di porno zoofilo.
Innanzitutto partiamo dal titolo, "La vase" è il fango, ovvero la
mescolanza tra terra e acqua. Nelle allegorie alchimiste il vaso è un elemento
primordiale. È nel vaso che l'alchimista mescola gli elementi che si
trasformeranno in qualcos'altro.
La parola "noces" ("matrimonio") deriva direttamente da
"Le Nozze Contadine", un dipinto del pittore fiammingo Bruegel.
L'uomo che rappresentava Bruegel nei suoi quadri era una creatura grottesca che
simboleggiava ironicamente le debolezze umane, immerso in un universo decadente
composto da paure e deformazioni.
L'alchimia è certamente una delle tematiche principali del film, il regista
stesso ha affermato come i libri di Jung sull'alchimia siano stati un
importante elemento nel processo di scrittura. Difatti l'uomo, ritrovatosi
solo, tenta degli esperimenti alchemici con l'obiettivo di trascendere il
proprio corpo superandone i limiti e le leggi naturali. La coprofagia mostrata
ha una connotazione psicanalitica e simbolica, gli escrementi possono essere
considerati la materia che muta, una disperata ricerca di purificazione degli
aspetti carnali del nostro corpo, ricavare qualcosa di spirituale nella
materia.
A Bosch, a Bruegel e all'alchimia, aggiungiamoci infine anche il teatro della
crudeltà di A.Artaud ed il cerchio si chiude.
Vase De Noces è, al di là di tutto, un' esperienza estrema dove si tenta di
evocare un male immateriale, un principio sovrannaturale che deformi la
materia, un dinamismo ostico e contro natura.
La struttura narrativa è inesistente ed incoerente, complessa dunque da
descrivere. Vi è solamente un personaggio umano in tutto il film (il
co-sceneggiatore Dominique Garny), egli s'aggira per una fattoria abbandonata
tra suini e pollame, demolendo gradualmente i limiti che dividono l'uomo
dall'animale. Tenta di attaccare teste di bambola sul capo di piccioni, mangia
feci che raccoglie in barattoli e si accoppia con una scrofa. Quest'ultima a
sua volta procrea dei maialini mutanti che il protagonista prontamente impicca,
in preda al dolore fugge allora impazzita, ma viene ritrovata morta in una
pozza di fango. L'allevatore la recupera e tenta di seppellirsi assieme a lei ,
ma dopo qualche tentativo esce dalla fossa e rimasto solo decide di impiccarsi.
Girato in B/N, sonoro ma non parlato, Vase De Noces è un incubo visivo dalla
poetica surrealista, è l'apoteosi del caos primordiale dove istinti animaleschi
e regressioni psicotiche si fondono in orizzonti inesplorati.
Straordinarie le musiche di Alain Pierre ad accompagnare le inquadrature di
paesaggi minimali da immaginario alchemico.
Una visione certamente ostica, colma di scene al limite del sopportabile,
specie quelle in cui il protagonista attua estremi tentativi per trascendere la
propria corporeità e decomporre il proprio ego.
E se Pasolini utilizzava i maiali in modo simbolico e politico, qui si va
oltre, collegandosi all'alchimia in un contesto di cinema sperimentale.
Il regista belga trascina lo spettatore in un universo regressivo, dove il
contatto con la realtà è annientato a vantaggio dell'esplorazione degli abissi
primordiali.
Vase De Noces è un capolavoro simbolico e dissennato.
"Ho vissuto i giorni delle riprese come in uno stato di "trance"
Eravamo isolati e noi tre vivevamo vicino alla location del film le nostre vite
erano assorbite dall'atmosfera del film.
Ci siamo occupati di tante cose come nutrire gli animali o seguire altri
aspetti logistici. Non c'era una separazione tra i nostri ruoli come se uno
dovesse occuparsi del suono e un altro delle luci. Collaboravamo tutti facendo
quello che era necessario fare.
Abbiamo girato per un mese e I'abbiamo trascorso completamente immersi nella
storia e in questa specie di pazzia che stavamo vivendo. Forse la parola
"trance" è un po' esagerata, ma non avevamo certo un piano di
lavorazione che ci diceva quando iniziare e quando finire. È stata
un'esperienza di vita ma anche un'esperienza personale. Non avevamo
disciplina."
"Io non sono un violento ma
certamente I'arte deve essere violenta. Dato che sono un ammiratore di Ingmar
Bergman, ho recentemente visto uno dei suoi classici Sussurri e Grida.
C'è una sequenza molto disturbante, dove una delle attrici si mutila il sesso
con dei cocci di vetro per poi mostrarlo al marito negandosi a lui. È
indubbiamente violento, ma appartiene all'arte come i quadri di Goya o certe
poesie di Baudelaire che parlano di banchetti a base di feti cucinati."
L'arte non ha limiti riguardo alla morte. Anche quando nel cinema un animale
già morto viene usato per evidenziare la crudeltà."