William Basinski è un musicista minimalista specializzato in composizioni loop rielaborate in chiave sperimentale.
È proprio lui l’uomo che ha elevato il loop (un campione che si ripete) ad arte donandogli poesia ed eleganza.
Il viaggio cominciò con Shortwave Music, uno dei suoi primi lavori dove assemblò pezzi di trasmissioni radio nel tentativo di riprodurre atmosfere celestiali. Con Watermusic I e Watermusic II propose due uniche lunghe traccie di una sessantina di minuti creando una una sorta di ambient “acquatico” molto suggestivo.
Ma è nel 2001 che ci fu una svolta. Basinski trovò dei nastri nel suo archivio contenenti dei piccoli loops, provò a passarli in digitale, ma notò che gradualmente durante la registrazione i nastri si disintegravano. Il risultato fu illuminante, il musicista rimase affascinato dai quei suoni che mentre avanzavano si disfacevano, perdendosi nell’oblio. L’armonia dei loops che piano piano venivano “fisicamente” distrutti, possedeva un insano fascino.
Fu il principio che diede il via ad opere ambient /sperimentali tra le più geniali mai composte, difatti il controllo creativo del fenomeno di disintegrazione dei nastri fece nascere quattro volumi intitolati The Disintegration Loops, ovvero lunghe litanie in memoria della tragedia dell’11 settembre del 2001 (proprio in quei giorni Basinski si trovava sulla sua terrazza di Brooklyn ad osservare l’accaduto).
Le composizioni Basinskiane si evolvono nel tempo senza quasi mai cambiare, crescono lentamente tra l'interferenza di due linee, il loop melodico del pianoforte e il flusso del rumore, e l'effetto ipnotico che ne risulta apre nuovi scenari dalle vibrazioni sottili e minimaliste. Flussi dronici, imponenti nella loro decadenza non fanno altro che confondere la percezione spazio temporale tramite ripetizioni incessanti.
Uno dei suoi lavori più belli è certamente Melancholia, composto da quattordici pezzi che seguendo la scuola di Brian Eno, risultano tra i più straordinari brani di ambient-music di sempre. Attraverso pianoforte, sintetizzatori e inserti d'archi vengono create sonorità di una strabordante intensità, producendo nello spettatore una sorta di trance sensoriale dove sembra quasi di venire risucchiati in un vortice profondo ed incorporeo, in cui la malinconia (non a caso il titolo) e lo spaesamento sembrano le uniche sensazioni tangibili.
Altri dischi da segnalare sono certamente 92982 dove il suono si sgretola, ma non si disintegra, come accaduto nella serie di loops, e anche Variations For Piano And Tape, ennesimo lavoro strepitoso sulla scia di Steve Roach, con la differenza principale però nel processo di creazione, ovvero la decostruzione anziché la costruzione di un loop.
Basinski ha scardinato astrattamente le leggi della fisica, le sue composizioni sono incantesimi sinfonici, metafore del tempo e viaggi siderali indefiniti. Ascoltare la sua musica significa immergersi in un mondo di poesia uditiva, di visionarietà e di incontro con l’anima, lentamente i loop offuscano i sensi, lasciando l’ascoltatore con una sensazione piacevole di infinito.
Davvero incredibile come dalla “casualità” di sperimentazioni siano saltati fuori suoni del genere facendo di William Basinski uno dei più grandi compositori ambient viventi, o perlomeno colui che ne ha riscritto i principi.